Da quando Nicolò, il mio bambino, pratica hockey su ghiaccio di frequente è capitato di accompagnarlo ai vari tornei proposti dall’associazione sportiva. Lo scorso fine settimana siamo stati a Maribor, in Slovenia: Nicolò è partito assieme alla squadra mentre mio marito e io abbiamo preferito raggiungerlo la sera stessa, ma in macchina. L’intenzione era quella di approfittare dell’occasione per fermarci a Lubiana, capitale della Slovenia. E così è stato.
Il viaggio è stato piacevole nonostante la pioggia, ci siamo fermati all’Ikea per una sbirciatina {gli allestimenti sono sempre bellissimi e rappresentano un punto fermo per lasciarsi ispirare} e qualche acquisto. Poche cose, soprattutto accessori salva spazio per la camera di Nicolò che sta letteralmente straripando di giochi e libri.
Dopo questa breve fermata abbiamo ripreso il viaggio varcando velocemente il confine della Slovenia. Lubiana ci stava aspettando. Siamo scesi dalla macchina mentre batteva una pioggia sottile.
Lubiana è la classica città a ‘misura d’uomo’, è la più piccola capitale europea e lo intuisci facilmente passeggiando per il centro insieme anche se non è per nulla provinciale. Anzi tira un’aria cosmopolita. Sarà per la sua storia, per la sua posizione geografica, per l’università… fatto sta che la capitale della Slovenia è effervescente, floreale e barocca, soprattutto giovane.
Mio marito e io ci siamo stupiti perché, in effetti, la maggior parte delle persone che abbiamo incontrato avranno avuto 20 anni o poco più. In particolare erano concentrati nei locali che ci sono lungo il fiume Ljubljanica.
Ho notato anche bei negozi, particolari, quelli che in molte altre città si sono estinti fagocitati da affitti alle stelle, che lasciano spazio solo alle grandi catene. Vale a dire il risvolto negativo {a mio avviso} della globalizzazione che rende tutto così tristemente piatto…
A Lubiana, invece, c’é spazio per tutti i gusti: per gli appassionati di mobili e oggetti di antiquariato, o di libri, carte geografiche e litografie di vario genere, di numismatica e filatelia, ma anche per gli estimatori di oggetti d’artigianato e prodotti naturali che continuano ad essere realizzati ancora secondo antiche tradizioni.
Ecco un esempio meraviglioso di artigianato locale… di queste bamboline in legno dipinte a mano avrei acquistato tutta la famiglia! Sono favolose, purtroppo la vetrina era incastonata nel muro e non c’erano negozi a fianco. Uff!
Lungo il fiume che costeggia la città ci siamo infilati in questo bar perché attratti dall’arredamento. Qui mi sono fatta pure un mezzo selfie: è incredibile come il mio viso sia sempre segnato da ogni emozione, dalla stanchezza, dal tempo che passa. Di farne uno intero non mi riesce quasi mai, sono costretta sempre a tagliare qualche parte che non mi piace…
Lasciata Lubiana abbiamo proseguito verso Maribor, dove Nicolò doveva giocare il torneo con i suoi compagni. Maribor, in termini di grandezza, è la seconda città della Slovenia. Una città carina ma nulla di straordinario, almeno a prima vista. Di straordinario qui abbiamo trovato Mak, il ristorante guidato dallo chef David. Da Mak abbiamo mangiato divinamente, l’apoteosi di sapori inaspettati che combinati assieme danno il meglio. Un’esperienza sensoriale degna di grande nota.
Di un viaggio amo sempre portare con me un ricordo, qualche cosa di bello e di tipico {di unico} che mi faccia ripensare alla terra dove ho soggiornato. Compreso il ricordo di buon cibo e di buon vino.
Perché, poi, alla fine quel che conta è far rivivere il viaggio quando torno a casa: attraverso gli oggetti di cui ti viene da raccontare, quelli che ti fanno ripensare ai sapori, ai suoni, alle immagini impresse nella mente.
Questo è il mio mondo: qualche piccola gita, tanto artigianato e design, ricerca di colore e di abbinamenti. Tutto da portare a casa per renderla più viva e più interessante. Spero che questo un po’ ti piaccia.
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