PAESE CHE VAI ARTIGIANO CHE TROVI

VerbaVolant Edizioni

Eccoci ritrovati con la nostra rubrica ‘Paese che vai, editore che trovi’ che esce il 15 di ogni mese. Oggi con un giorno di ritardo!
Siamo in Sicilia, in compagnia di Fausta di Falco titolare della casa editrice VerbaVolant Edizioni.

Ciao Fausta sei molto giovane, quando hai fondato Verba Volant? Quanto è stato difficile l’inizio della tua attività imprenditoriale?

Ciao! Ti ringrazio per avermi definita molto giovane! Adesso non lo sono più, ma in effetti lo ero quando mi sono buttata in questa avventura.
Ho cominciato a lavorare al progetto della VerbaVolant circa dieci anni fa, e non è stato per niente facile… A essere sincera non è facile nemmeno adesso!
All’inizio le difficoltà sono state legate soprattutto al farsi conoscere e apprezzare per il proprio lavoro, trovare i giusti distributori e i giusti canali di promozione…
Il primo periodo, come in tutti i lavori, serve a farsi le ossa, soprattutto per quelli che, come me, non hanno nessun gruppo editoriale alle spalle o non sono “figli d’arte”. Il merito dei miei è senz’altro quello di avermi cresciuta in mezzo ai libri e all’amore per la cultura in tutte le sue forme. Ma nessuno aveva mai fatto l’editore!
Il nostro mestiere è complesso perché da una parte siamo imprenditori, dall’altra operatori culturali… Come puoi ben immaginare non sempre è facile spiegare in cosa consiste esattamente questo lavoro.

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Che cosa significa essere un’imprenditrice donna?

Proprio ieri ho partecipato a un incontro sull’essere donna nel mondo del lavoro, quindi ti rispondo forte anche del confronto con altre donne che operano in diversi contesti.
Non ho incontrato né vantaggi né svantaggi nell’essere donna. Quando lavoro non penso a che genere appartengo. Non ho usufruito dei prestiti per l’imprenditoria femminile e non ho mai avuto la sensazione di essere discriminata per il fatto di essere donna, nonostante spesso il mio mondo sia declinato al maschile.
Forse appartenere al genere femminile mi ha permesso di avere un occhio più attento ai particolari e mi ha spinto, ad esempio, a creare libri che andassero oltre il semplice contenuto. Amando sia l’illustrazione sia la carta in tutte le sue forme ho sempre voluto che i miei libri fossero belli non soltanto da leggere ma anche da possedere, sfogliare e guardare. Quindi tengo molto alle copertine, e facendo riferimento a esse non posso non citare il bravissimo Alessandro Di Sorbo, con il quale abbiamo dato fra l’altro vita alla collana dei Libri da parati, veri libri oggetto che una volta letti si trasformano in poster d’autore e che sono oggi un marchio registrato.

Quali consigli ti senti di dare a un giovane che comincia un’attività in proprio nel mondo dell’editoria?

Il consiglio che posso dare a dei giovani che volessero intraprendere la mia strada èquello di studiare attentamente il mercato prima di cominciare. Le case editrici grandi e piccole sono molte, non sempre tutte serie (faccio riferimento alla piaga dell’editoria a pagamento) e le offerte tante. E quindi necessario proporre qualcosa di nuovo per differenziarsi e avere più speranza di catturare il pubblico.

Raccontaci di un successo e un fallimento nel tuo business? e come il fallimento si è trasformato positivamente?
Tra i successi più recenti direi anzitutto i Libri da parati. Questa collana, cui ho accennato prima, ha avuto immediatamente successo di pubblico e critica, un successo che ha stupito noi stessi che l’abbiamo progettata. Quando abbiamo esordito con Il mare chiuso, al Salone del libro di Torino dello scorso anno, non pensavamo che avremmo esaurito le scorte che avevamo portato con noi!
Un insuccesso… Un esempio d’inizio carriera, La collana Fashion victims, libretti dai colori vitaminici sulle passioni per alcuni oggetti di moda, proposti in espositori di cartone realizzati artigianalmente. Molti sono tornati indietro intonsi. Rimasi molto delusa, ma come ho detto ero agli inizi, non avevo studiato un’adeguata strategia pubblicitaria e il promotore di allora non aveva saputo piazzare probabilmente in maniera adeguata il prodotto. Successivamente ho deciso di proporlo nelle fiere in confezioni di carta riciclata, come idea regalo, e allora un insuccesso si è trasformato in un piccolo successo!

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Sei attiva anche sul web: quale ruolo ha avuto e pensi avrà nella tua attività?

Il web è ormai legato a tutte le attività produttive, quindi noi non potevamo di certo non utilizzarlo. Al di là dell’e-commerce che utilizziamo da qualche anno, cerchiamo di essere presenti sui vari Social network, soprattutto attraverso le immagini. Le notizie in rete girano molto velocemente e spesso mi rendo conto che anche persone con le quali non ho rapporti diretti o che penso non ci seguano in realtà sono aggiornate su tutto quel che facciamo. Il merito è di certo dei vari social.
Il peso di Internet e della comunicazione digitale immagino non potrà che aumentare, quindi cercheremo di tenere il passo!

Hai puntato molto su un prodotto particolare: hai riscontro? Sei in controtendenza rispetto all’omologazione generale….

Quando leggo i numeri di cui parlano le case editrici medio grandi non posso che mettermi le mani nei capelli. Se qualcuno pensa che con questo lavoro potremo arricchirci purtroppo sbaglia di certo. Forse possono farlo gli “editori” a pagamento appoggiandosi alla credulità di scrittori un po’ sprovveduti.
Se parliamo di soddisfazioni immateriali invece… Sì ne abbiamo avute tante e tantissime speriamo di averne, quindi teniamo duro e continuiamo a lavorare con grinta!

Siamo al grande finale: quali sono i luoghi speciali che consiglieresti ai nostri lettori per dormire e mangiare in Sicilia?

Questa è la domanda quella che mi mette più in difficoltà perché la Siciliaè la mia terra ed è bella in toto!
Prima di essere siciliana sono siracusana quindi non posso non consigliare per prima cosa una visita alla mia città, del resto già meta molto gettonata di turisti italiani e stranieri. Una passeggiata al tramonto al lungomare Alfeo, una tragedia di Eschilo al teatro greco, una granita di mandorle di fronte al Duomo, unico nel suo essere tempio dorico e cattedrale barocca nello stesso tempo.
Consiglierei di vivere per qualche giorno in Ortigia, l’isola nell’isola, cuore del centro storico e di assaporarne i sapori, i colori e i profumi, in particolare in primavera e in autunno.
Altra provincia che ho nel cuore è Ragusa, con Ibla, Modica e Scicli per citare solo le mie preferite.
Ma come fare a restringere la scelta? In Sicilia ci sono il mare, la collina, la montagna, il vulcano; ci sono i deliziosi piatti di pesce, le saporite zuppe di legumi, i formaggi e i salumi per non parlare dei dolci, tanti deliziosi dolci di mandorla e ricotta e non solo.
Si vede che sono innamorata della mia isola, eh?
Chi vuole organizzare un viaggio e ha bisogno di qualche dritta può anche contattarmi!

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VerbaVolant Edizioni ultima modifica: 2014-10-16T09:33:22+02:00 da Benedetta

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