La mia intervista: Alice Agnelli di A Gipsy in The Kichen

Giovedì Alice Agnelli di A Gipsy in the Kitchen mi ha concesso un’intervista al volo mentre si trovava al Fuori Salone. Sono rimasta basita dalla semplicità con cui ha accettato: “ti posso intervistare?” chiedo, e risponde “certo cherry”. E’ la stessa semplicità che si legge tra le righe del suo loveblog, è il bello di lei.

Con Alice ho voluto indagare il rapporto tra la moda e l’artigianato, dell’importanza di quest’ultimo per i grandi marchi. Perché di moda lei ne sa parecchio. Ha cominciato una dura gavetta da Luisa Beccaria per poi rimbalzare meravigliosamente da Chanel a Jil Sander fino a Stella McCartney, dove ha trascorso cinque anni come PR.

Dieci anni passati nella moda. E prima, i migliori studi: liceo classico e una laurea in Scienze della Comunicazione. E poi? poi un esame di giornalismo a Boston alla Harvard Summer Session e un esame di marketing a Berkeley. Tre anni a New York come assistente Direttore Accessori da Marie Claire e junior PR da Tommy Hilfiger.

E ora?
Alice ha lasciato Stella Mc Cartney per occuparsi del suo blog A Gipsy on the Kichten dove esprime se stessa e l’amore per la cucina. Un amore di blog davvero!

Hai spesso parlato del mondo della moda come un mondo urlante e aggressivo. Qual é l’aspetto che ancora ti affascina di questo mondo?
La bellezza e l’estetica che lo circonda. L’etica del bello.

Che ruolo riveste in Italia l’artigianato nellacampo della moda? Può essere considerato un sostrato di conoscenze, un insieme di saperi e abilità che ha fatto grande la moda italiana?
L’artigianato è alla base di ogni Haute Couture. Chanel ad esempio investe molto nei metiers d’art perché crede, come me, che non c’è innovazione senza tradizione.
n.d.r. Una collezione haute couture è composta da abiti su misura, realizzati dai modelli di una collezione, che corrisponde a una determinata stagione dell’anno, la cui prima presentazione risulta determinante per la moda in generale. Questo termine, tradotto in italiano come «alta moda», indica l’arte di creare abiti da ammirare piuttosto che da indossare. Solitamente, infatti, le creazioni haute couture non vengono messe in vendita come accade invece per quelle prêt-à-porter.

Ci sono aneddoti legati alle figure degli artigiani – sarti, modellisti, rimatrici – che ricordi e puoi raccontarci?
Le sartine di Luisa Beccaria, quando lavoravo lì. Delle seconde mamme. La bontà e umiltà di Raf Simons.
n.d.r Raf Simons, stilista belga, è stato direttore creativo di Jil Sander e ora è alla guida di Christian Dior.

Stella McCartney e altri marchi stranieri producono anche in Italia: perché?
Perché l’italia è eccelsa nella confezione, nei prodotti e nella cura con cui produce ogni cosa.

Che significato ha il Made in Italy e come viene percepito all’estero?
All’estero è sinonimo di garanzia e di bellezza. Dovremmo tutti pensarci di più.

Quale è il tuo piatto preferito della tradizione? Una ricetta della tradizione che tu stessa hai innovato?
Senza dubbio i piatti dei ricordi: il tortino della mia nonna, le tagliatelle al sugo di funghi … Al famoso tortino della nonna ho aggiunto le acciughe marinate nel pomodoro…uao!

Il progetto Gran Marnier: un liquore storico e un’illustrazione moderna, bellissima, che avete creato tu e il tuo fidanzato. Un inno all’amore?
E’ stata una sinergia tra il mio mondo e quello del mio fidanzato, Alessandro Madami (a destra nella foto sotto), che è designer e per l’occasione, con il suo socio Davide Puccio, hanno ridisegnato e ripensato la creatività del brand stesso.

… Da Otta a Gipsy, per fortuna! sei troppo generosa per nasconderti al mondo.
Se vieni sulle Dolomiti ti aspetto: devi assolutamente assaggiare il gelato artigianale della Valle di Zoldo!
Grazie Alice
Volentierissimo!!

Tutte le foto sono di Alice Agnelli.