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Dal Giappone all’Italia, tra tessitura ed ecodesign: l’intervista a Giulia Ciuoli

Ho conosciuto Giulia nelle mie ricerche online alla scoperta di nuovi artigiani:
Giulia è una giovane tessitrice ed ecodesigner che vive in Umbria e lavora in proprio.
Da poco è anche diventata mamma.

Di lei mi ha colpita molto il suo lavoro minuzioso sempre alla ricerca della qualità dei materiali – impiega solo lana, cashmere, seta di provenienza italiana, quindi fibre naturali, e colori naturali. Non solo, Giulia è andata oltre scegliendo di produrre nel rispetto della natura perché nel suo laboratorio tesse con telai manuali che non generano inquinamento. Tutto ciò è il frutto di una lunga e intensa formazione, anche all’estero.

Quando le ho chiesto di poterla intervistare mi ha risposto subito di si, con entusiasmo, ed ecco qui le domande e le risposte che ci siamo fatte e date.
Ti ringrazio Giulia! complimenti davvero per il tuo lavoro.
Benedetta

Giulia Ciuoli tessendo1

Come inizia la tua storia di tessitrice?

Definisco il mio lavoro come il connubio tra tessitura, ricerca e progettazione.
Ho sempre avuto interesse e propensione per la manualità, ma la tessitura offre molto di più, è l’unione tra tecnica, forma, materia, colore. Avevo 19 anni, appena finiti gli studi artistici presso l’ISA Duccio Boninsegna di Siena, quando, quasi per caso, visitai un laboratorio tessile di Siena,città in cui sono nata e cresciuta.
Lì avvenne il primo colpo di fulmine della mia vita: la tessitura. Quei tessuti e qui telai, a me prima di allora sconosciuti, colpirono la mia curiosità.
Conobbi in quel periodo, Dario, signore dalla cultura eterogenea, insegnante ormai in pensione, si dedicava alla produzione di miele, nocino, vino, olio, lavorazione del legno con il tornio edaveva ricostruito dei telai a memoria di quelli impiegati nella sua infanzia, in famiglia, nella vita di campagna. Nella sua soffitta, tra filati e telai, mi insegnava la tessitura e l’ascolto della musica classica. Poi ho iniziato a lavorare nel laboratorio di Siena, presso il quale avevo conosciuto la tessitura. Quest’ultima è stata un’esperienza fondamentale per comprendere l’impostazione del lavoro e le richieste del mercato. Ed è stato così che ho imparato il mestiere di tessitrice.

In parallelo, in quegli anni, ho iniziato a studiare la progettazione tessile presso lo studio di Graziella Guidotti a Firenze. Da lì, l’Università, a 23 anni, laureandomi a 27 in  Tecnico di Progetto in Tessile, corso di Laurea in Progettazione della Moda presso la Facoltà di Architettura di Firenze, formazione legata all’industria tessile.
Ho dovuto abbandonare il lavoro nel laboratorio di Siena, mi sono occupata della progettazione ed ho acquistato due telai iniziando a lavorare come terzista, installando il laboratorio in casa.

Nel 2008 ho svolto un importante stage come disegnatrice in due laboratori tessili di Kyoto (JP) grazie ad un progetto che ha coinvolto l’Università di Firenze, la Regione Toscana e il consorzio Artex. Grazie alla mia tesi di laurea (sperimentale) ho potuto conoscere il mondo dell’ecodesigne degli ecotessuti, l’importanza delle certificazioni, l’approccio olistico che tali discipline richiedono, comprendendo che non si trattava di un’utopia ma di una realtà che si stava diffondendo e consolidando.

Così, nel 2009 ho approfondito tali temi con il master Ecodesign&Ecoinnovazione e, nel 2010, grazie ad un concorso per idea d’impresa, ho potuto aprire la partita Iva, registrare il marchio Pamphile (nome del laboratorio), acquistare un altro telaio, le prime etichette, i filati pregiati, consulenze fiscali, iniziare così il mio lavoro su una base un più solida. Il laboratorio ha avuto una sede aperta al pubblico, una sorta di bottega, dedicata, shop-lab, dedicato alla produzione e alla vendita. Nel 2012 mi sono spostata nella stupenda Bologna, ed il laboratorio si trovava sotto i portici di via S. Stefano. Poi con la gravidanza e la nascita di mia figlia, ho spostato vita e lavoro in Umbria.

Il tuo lavoro ha due caratteristiche ben precise: la sostenibilità da un lato (lavori con telai manuali che non producono fumi) e i materiali italiani di pregio dall’altro.
Come riesci a coniugare entrambi gli aspetti?

Ricerco filati che forniscano una tracciabilità ben chiara, certificazioni quali Ecolabel, Icea, BleauReitere se possibile, che provengano da fibre autoctone. Preferibilmente tinti con tinture naturali o dei colori naturali della fibra stessa. Spesso i filati autoctoni, mi riferisco alle lane, non si addicono – per motivi tecnici – a essere impiegati nei tessuti per abbigliamento che usualmente produco per le mie piccole serie, così li impiego in prodotti di arredo quali scendiletto, arazzi, tappeti.

Giulia Ciuoli rocchettatrice

misure

Come descriveresti la tipologia della clientela e quali sono i canali di vendita a cui ti affidi?
pensi che il web possa diventare un veicolo importante per gli artigiani?

La mia clientela è eterogenea, soprattutto costituita da privati, con il desiderio di unicità e qualità nel prodotto scelto o che stanno cercando. Spesso, soprattutto per quanto riguarda l’arredamento, il prodotto nasce grazie ad un lavoro di sintonia ed interazione tra me ed il cliente.
Essendo da poco mamma ed avendo traslocato in altra città, non ho più una sede aperta al pubblico, anche se spero di poterla riaprire presto. Quindi mi affido ad esposizioni mirate e promozione sul web, grazie anche alla vetrina di Artigianamente.it, oltrechè alla partecipazione a concorsi che offrano opportunità di visibilità e spesso stimolo per nuovi progetti. Ritengo che il web sia un veicolo sempre più importante sia per la visibilità, sia per la vendita.

Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nel tuo lavoro?

Lavorando da sola, spesso trovo difficoltà nel rispettare le tempistiche e gestire lavori differenti da portare avanti nello stesso momento, che richiedano soluzioni tecniche diverse.

Sei una donna, con tanti ruoli: come riesci a coniugare gli impegni professionali di un lavoro autonomo e la famiglia (da poco sei diventata mamma)?

L’arrivo di mia figlia, la necessità di seguire i suoi tempi e di rispondere ai suoi bisogni, hanno ritmato la mia vita ed i miei impegni, in base ai suoi. E in effetti il mio lavoro si concentra in meno ore rispetto a prima, ma più organizzate e proficue. È proprio per lei che ho deciso che nei suoi primi anni di vita il mio lavoro si sarebbe svolto entro le mura domestiche e fuori da queste solo per esposizioni e consegne, alle quali è già abituata a partecipare.

Cosa consiglieresti ai giovani che si approcciano alla carriera artigianale?

Considero ogni esperienza – formativa, lavorativa e di vita – un valore preziosissimo. Ho sempre pensato che tutto ciò abbia fortemente influito sul mio lavoro. La formazione universitaria mi ha aperto nuovi “mondi” i quali sarebbero stati inesplorati se avessi perseguito la sola strada dell’artigianato.
Quindi consiglio di investire quanto più possibile nella formazione e nella sperimentazione, cercando di raggiungere un proprio segno distintivo. Non fermarsi al puro lavoro artigianale come unico motivo che possa valorizzare un prodotto, perché seppur di gran pregio, non basta più. Inoltre consiglio di partecipare ad esposizione mirate che garantiscano la presenza della clientela “giusta”, adeguata alla comprensione e valorizzazione del prodotto che si sta mettendo in mostra e/o in vendita. E, fondamentale, darsi sempre delle chance…

Cosa possiamo fare per tutelare l’artigianato e in generale il Made in Italy?

Far comprendere il suo valore, la sua eterogeneità, il suo legame e la sua interazione con il territorio, inteso come storia, cultura attualità.

PAMPHILE®cuscini lino, cotone, lana cm 60x60

MOD. MADDI_ PAMPHILE®

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Siamo al grande finale: quali sono gli indirizzi speciali che consigli ai nostri lettori per mangiare e dormire nella tua terra?

Consiglio, per il palato, l’Osteria Scantafavole, di Sandro Baldini, che si trova al centro di Foligno, nella Piazzetta Piermarini. Piatti dai gusti armonici, in cui la tradizione umbra interagisce con le esperienze professionali che il cuoco Sandro ha vissuto in ristoranti stellati e dalla cucina innovativa, prima di approdare in una sua impresa. https://it-it.facebook.com/OsteriaScantafavole

Mentre, inoltrandosi nel Parco Naturale dei Monti Sibillini, nel Comune di Preci, in Val Castoriana, si trova l’Agriturismo Casale Carocci, un podere immerso in un’instancabile pienezza di verde e di storia, dove consiglio di soggiornare e dove anche la vista ringrazierà.
www.casalecarocci.com

Più vicino al mio paese c’é l’Agriturismo Villa Val d’Olivi, che si trova più vicino a Foligno, tra gli uliveti che abbracciano Assisi e il Monte Subasio.
www.agriturismovillavaldolivi.it

I prodotti di Giulia potete trovarli anche su artigianamente.it 

Dal Giappone all’Italia, tra tessitura ed ecodesign: l’intervista a Giulia Ciuoli ultima modifica: 2015-04-09T12:10:13+02:00 da Benedetta

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